Passa ai contenuti principali

testa di monaco svizzero

Il 1° agosto 1291 i primi tre Cantoni si unirono in una Confederazione che costituì il nucleo primordiale dei ventisei che oggi compongono la Svizzera, dove dunque oggi è Festa Nazionale.

Che conosce l'Italiano medio della gastronomia di questo Paese, a parte formaggi, patate e cioccolato? Quasi nulla, dato che ogni Cantone ha le proprie specialità, generalmente di stampo francese, tedesco, norditaliano o prettamente alpino a seconda delle vicinanze di confine, specialità che però raramente vengono pubblicizzate all'estero. Sarà interessante più avanti indagarne qualcuna, magari fra quelle conosciute sul posto e meno "famose" fuori dai confini elvetici.

Spesso la diffusione di alcuni piatti tipici è addirittura circoscritta a livello regionale, ma non dimentichiamo che si tratta di una Confederazione di Stati indipendenti, naturalmente molto fieri ciascuno della propria autonomia culturale. Mentre in Italia dunque molte specialità regionali sono poi diventate patrimonio nazionale, in Svizzera non è stato esattamente così, a parte qualche rarissima eccezione, tanto che anche la giornata odierna viene festeggiata diversamente a seconda delle zone: falò sulle montagne, fuochi d'artificio nelle località turistiche, tavolate comunitarie nei paesini, grigliate all'aperto familiari oppure gite fuori porta con pranzi al sacco nelle città e così via. Non saprei dire se esiste veramente un piatto nazionale tanto diffuso da essere consumato oggi da tutti, a parte forse un pane dal caratteristico intaglio a croce.

Tra l'altro tutti i piatti tipici che mi vengono istintivamente in mente per riportare qui la ricorrenza odierna non sono, per ingredienti o durata delle cotture, propriamente adatti a giornate estive afose e velate come queste. Ho pensato dunque ad una ricettina contemporanea di rapidissima preparazione, bianca e rossa come la bandiera elvetica, che anche per ingredienti potesse fare un po' da simbolo estivo della Svizzera.

"Naturalmente" è a base di formaggio, per la precisione di Tête de Moine (letteralmente "testa di monaco"), un formaggio di latte crudo a pasta semi-dura dalla forma cilindrica, da cui si ricavano dei "petali" sottili ed arricciati raschiandolo con un'apposita lama. Questi riccioli avvolti su se stessi formano delle eleganti rosette, molto più gustose dello stesso formaggio tagliato semplicemente a fettine. E' uno dei formaggi più "antichi" della Svizzera, la cui produzione è già testimoniata da documenti conventuali del 1192, e di solito viene servito con semi di cumino o con pane e frutta.

La ricetta in cui lo utilizzo era riportata in un libro sui formaggi svizzeri curiosamente trilingue. Nel senso che le lingue ufficiali della Svizzera sono quattro: (in ordine di diffusione) Tedesco, Francese, Italiano e Romancio, mentre il libro in questione ha testi tedeschi, francesi ed... inglesi! Se fossimo in Ticino o nei Grigioni la cosa solleverebbe aspri dibattiti, ma questo è territorio neutrale (...curioso da dire, parlando della Svizzera!), quindi prendiamolo come un libro per turisti, passiamo oltre ed entriamo in cucina:


Fichi speziati con Tête de Moine

ingredienti per 4 persone:
4 "rosette" di Tête de Moine
8 fichi maturi
1 cucchiaio di semi di senape
2 cucchiai di pinoli
2 cucchiai di olio di noci
1 cucchiaio di aceto di lamponi
sale
pepe nero

Pestare grossolanamente la senape in un mortaio e tostarla insieme ai pinoli per qualche secondo in un padellino antiaderente asciutto.

Pulire molto bene i fichi (se necessario sbucciarli), tagliarli in quattro spicchi e disporli nei piatti individuali insieme alle rosette di formaggio.

Cospargere con pinoli e semini tostati ancora caldi e condire con una vinaigrette di olio, aceto, sale e pepe ben emulsionati con una frustina.
  • rivoli affluenti:
  • Lucas Rosenblatt e Judith Meyer, Schweizer Kaese Fromages Suisses Swiss Cheese, Edition FONA

Commenti

post più popolari

MTC di settembre 2014: un sacco di riso!

Diceva un vecchio slogan anarchico: "con l'ironia abbatteremo il potere e un sacco di riso lo seppellirà".  A no? Erano risate?! Va be'... per un MTC di questa portata ci si può anche concedere una licenza! Premessa... ... avevo scritto un post lunghissimo per raccontare perché e per come ho scelto questo tema per l'MTChallenge di settembre 2014. Poi l'ho ridotto della metà, lasciando solo alcune note che mi sembravano indispensabili, e l'ho mandato alla Gennaro per un parere.  E lei ha detto che un terzo di quanto le ho mostrato era già troppo! Allora ho ricomposto alcuni dei contenuti in articoli di supporto da pubblicare più avanti ed ho cassato il resto. Qui è rimasto il riassunto della selezione della selezione, ovvero il puro tema dell'MTC. Che, mi spiace, adesso vi tocca leggere per intero! Se scegliere un ingrediente invece che una ricetta tende ad allargare gli orizzonti, questa volta scegliere IL RISO , come capirete, li spalanca fran

a tu per tu con il Fleischkäse svizzero, questo sconosciuto di famiglia

Nel curioso elenco dei cibi svizzeri che hanno caratterizzato la mia infanzia mi rendo conto che, fatto strano, sul blog non ho ancora parlato del  Fleischkäse, una via di mezzo tra un polpettone ed un würstel gigante di cui da bambini venivamo spesso nutriti. Ma un episodio di vita vera me lo ha messo sotto il naso proprio l'altro giorno, ed eccomi qui con il mio reportage storico-familiare. Alcuni Svizzeri, come quelli di casa mia, vivono il   Fleischkäse come un salume, da comprare pronto, intero o affettato sottile in buste, da servire in tavola come fosse prosciutto cotto o da infilare nei panini per merenda con maionese, senape e cipolline sottaceto (Be'... che c'è?! Se mia mamma per evitare che noi figli mangiassimo troppa Nutella la teneva in frigo ad indurire, così era più difficile da spalmare e sul pane se ne metteva di meno, perché stupirsi di quella che lei invece considerava una merenda "sana"?!) Altri amanti del  Fleischkäse  lo compran

MTC giugno 2011... verso Oriente!

Continuo a pensare che le giudici  titolari  e aggiunte  dell'MTC fossero completamente fuori quando hanno passato a me il testimone e nessuno potrà convincermi del contrario, anche perchè potevano ben immaginare in che gorgo storico-etnico-confusionale avrei trascinato la sfida... ma si sono fidate lo stesso! No, è oggettivo: non possono essere completamente normali... Accertato questo, dichiaro anche di non essermi mai emozionata tanto nello scrivere un post e soprattutto nel proporre una ricetta, sentendo tanti occhi puntati addosso ed il fiato trattenuto di tanti MTC addicted... Ebbene sì, rilassatevi (o disperatevi) pure: come temevate, questa volta si va davvero tutti in Giappone! Niente succede per caso, si sa. Tanto è vero che l'eterno girovagare di Marco Polo (a cui faccio da qualche tempo da vivandiera ) l'ha portato proprio a questo punto del suo viaggio a confrontarsi con  Cipango , il Paese del Sol Levante... Come potevo non cogliere il suggerimento di un s

una salsa di cipolle svizzera per würstel e per mamme lavoratrici

Lo so: sono rimasta indietro di una puntata! Parlavo di  ricette svizzere  quando un'irrefrenabile tentazione di cibo americano  si è intrufolata in cucina ed ha avuto  la meglio. Riprendo ora il filo con un piatto che ho proposto pochi giorni fa anche alla mia cara mammina svizzera in occasione del suo compleanno: Bratwurst con salsa di cipolle. L'aspetto curioso non sta tanto nel tipo di würstel utilizzato, una salsiccia bianca di vitello il cui nome per alcuni significa "salsiccia di carne spezzettata" e per altri "salsiccia da arrostire". In Germania di solito viene speziata in modo deciso con pepe, noce moscata e/o cumino, mentre in Svizzera il suo sapore è molto più delicato. In Ticino ne esiste una versione mignon, una "collana" di micro-salsiccine detta cipollata  non perchè contenga cipolle ma perchè, appunto, di solito si serve in salsa di cipolle. Ma, a casa della mia mamma lavoratrice senza tempo ne' passione per la cucina,

riso Otello: un nero integral(ista)

Il primo giorno di autunno una ricetta con le ultime verdure estive, che sono ancora buone visto che sembra far più caldo ora che nei mesi trascorsi... Sollecitata da alcuni dubbi posti sulle modalità di cottura del riso integrale e sull'utilizzo di varietà di riso "esotiche", ho pensato di provare le risposte sul campo e chiarire soprattutto le idee a me stessa, la prima che ha tutto ancora da imparare. Così, per prendere due piccioni con una fava, ho scelto un riso sia nero che integrale. No, non famoso ed idolatrato riso Venere, fantastica varietà di nobile origine cinese che, grazie a opportune ibridazioni, ora è coltivato anche in Italia.  Ho pescato  invece una varietà tutta italiana: il riso Otello, che deriva anch'esso da varietà cinesi ma è di concezione e di coltivazione tutta nostrana. Chissà se il  nome è stato ispirato ispirato dal famoso personaggio shakespeariano, dalla sua pelle scura e dalla sua natura piuttosto integral ista... Si utilizz

Milano matsuri: una festa popolare giapponese... sotto casa!

Il 26 maggio nessuno mi cerchi: non ci sarò! Il 26 maggio succederà una cosa bellissima, tanto che non sto più nella pelle dalla voglia che arrivi presto, e trascorrerò l'intera giornata a Milano vivendo un'esperienza giapponese davvero unica. A meno di non abitare in Giappone, intendo, cose così in Italia non si vedono spesso... A Milano tra via Keplero e piazza Carbonari (pochi passi dalle stazioni metrò di Zara o Sondrio) una domenica tutta dedicata alle tradizioni giapponesi. Non le solite che conoscono tutti, tipo sushi o manga, ma proprio quelle popolari, i divertimenti delle persone semplici che affollano una festa di piazza... insomma: un vero e originale matsuri giapponese, con le sue bancarelle, i suoi suoni, i suoi profumi ed i suoi colori! In alcune città d'Italia si sono tenuti degli eventi denominati " matsuri ", ma mai è stata ricostruita la vera atmosfera della sagra di paese giapponese, mai è stata presentata una così vasta gamma di aute

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!