Il tempo passa e penso: ok, ora che vado in Gran Bretagna coglierò qualche spunto per ribaltare al salato qualche bocconcino del tea-time, come da corretta tradizione inglese. Poi gli eventi si accavallano, il tempo passa in altre operazioni, il viaggetto è in realtà un lampo iperfarcito ma, appunto, brevissimo ed infine non ho più la testa per mettermici come si deve.
Mi accorgo che avrei fatto meglio a sfruttare prima del viaggio risorse già esistenti, tipo il riso cotto alla giapponese ( in sostanza come questo), che mi preparo comunque quasi quotidianamente e con cui avrei nel frattempo potuto facilmente riproporre una versione personale di uno dei piatti giapponesi di Sigrid... Ma detto riso ha finito più volte per essere regolarmente consumato con voracità invece di essere riservato a variazioni sul tema. Così mi ritrovo da capo.
Mi assale la tentazione di recuperare per l'occasione un qualche mio post esistente. Sarebbe facile: questo edamame gohan in variazione al riso bianco di pag. 210, la zuppetta di seppie allo zafferano al posto di quella sigridiana di cozze di pag. 50, le polpettine di salmone in alternativa a quelle di spada di pag. 124, oppure questa pasta con prosciutto e fichi speziata a modificare quella sua di pag. 106. Però non credo abbia davvero un senso, in fondo: gli ingredienti coincidono solo per caso, non si tratterebbe di "vere rivisitazioni" pensate partendo dai suoi testi. E poi alcune ricette sono addirittura presenti qui sul blog da prima dell'uscita del tuo libro di Sigrid! Che figura ci farei?!
Così, dopo aver accuratamente raccolto tutte le mie alternative qui sopra mi sono guardata dentro seriamente... ed ho rinunciato, pensando che questo sarebbe stato un post intriso di rimpianti, oppure neanche mai pubblicato...
Fino a stamattina, quando mi chiama un'amica del Cavolo e mi chiede di preparare a quattro mani e poi pubblicare una sua rielaborazione del Pane Ripieno, una delle ricette dei lettori, pubblicato da Sigrid a pag. 158, nel capitolo dedicato ai picnic.
La mia amica si chiama Paola, non ama scrivere ne' fotografare e non ha uno spazio virtuale tutto suo, anche se la sapienza delle sue mani napoletane nel realizzare capolavori della cucina mediterranea tradizionale meriterebbe assolutamente di essere più conosciuta...
Piccoli esempi della sua grande maestria presenti in rete sono questi ravioli di genovese e la confezione casalinga di vari tipi di salsicce, pubblicati su un blog di amanti della planetaria Kitchen Aid a cui lei partecipa con entusiasmo.. sempre che trovi una spalla che trascriva le sue ricette, tutte rigorosamente fatte "a occhio", da brava regina del "q.b."!
Mi sento tranquillamente di inserire d'autorità questo post, nonostante lei non sia una professionista, nella categoria "chef veri", indipendentemente dalle sue vibrate proteste...
Dunque mi scuso della lunga introduzione grondante di protagonismo (avrei potuto evitare tutto questo sfoggio di bloggaggine, vero?! Ok, nessuno ne tenga conto, 'che il bello viene adesso!) e da questo momento lascio completamente campo libero a
Paola che prende spunto dalla versione di Sigrid della ricetta di Marinella prepreparare il suo "Pane Ripieno", alias "Casatiello Napoletano alle Verdure"
Ha cominciato dunque dall'impasto per il pane:
500 gr. di farina 00 (+ quella per la spianatoia)
250 gr. di manitoba
37 gr. di lievito di birra fresco
250 ml. di latte
2 cucchiai scarsi di strutto
1,5 cucchiaini di sale
Intiepidire appena 200 ml. di acqua (definizione tecnica: "appena di temperatura") e sciogliervi il lievito.
Setacciare le due farine con il sale ed unirvi il lievito sciolto, il latte e lo strutto, lavorare energicamente (meglio nella planetaria) fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico e mettere a lievitare in luogo tiepido ed umido coperto da un panno per un paio d'ore.
Nel frattempo ha preparato il ripieno:
1 grossa zucchina
1 grossa carota
1/2 bicchiere di piselli freschi sgisciati
70 gr. fagiolini
2 melanzane lunghe e sottili
10 pomodorini secchi
80 gr. di provolone dolce
50 gr. di parmigiano
1 cucchiaio di strutto
5 foglie di basilico
1 tuorlo
olio extravergine di oliva
sale
pepe
peperoncino in fiocchi
farina per spianatoia e stampo
Mettere i pomodorini a bagno in un bicchiere di acqua per un paio d'ore.
Ridurre carote e zucchine a dadini, saltare le carote in un cucchiaio di olio e, dopo qualche minuto, unire le zucchine, lasciando ammorbidire bene il tutto e salando verso la fine.
Cuocere i fagiolini a tocchetti in 3 o 4 cucchiai di acqua ed un paio di olio, lasciando consumare il liquido e salando leggermente e fare lo stesso con i piselli.
lavare bene le melanzane, eluminare la parte di polpa centrale con i semi e risurre la parte con la buccia a dadini, saltandoli poi in un paio di cucchiai d'olio caldo, coperti con una reticella senza rimestare per il primo paio di minuti in modo che assorbano e poi rilascino il condimento. Poi salare e portare a cottura.
Mentre tutte le verdure intiepidiscono tagliare il provolone a dadini, grattugiare il parmigiano e stracciare con le mani le foglie di basilico in pezzetti minuti.
Stendere l'impasto su una spianatoia infarinata in un rettangolo di circa 20 x 50 cm. con uno spessore non superiore ai 2 cm (in effetti qui paola l'ha stesa un po' più spessa, ma poi aveva l'impressione che "ci fosse troppo pane" ed il ripieno si fosse un po' troppo disperso...).
Spolverare la pasta con pepe e peperoncino e distribuirvi sopra tutte le verdure ben scolate dai loro condimenti, il basilico ed i formaggi, terminando con 1/2 cucchiaio di strutto in fiocchetti, lasciando ben liberi i bordi.
Arrotolare con cura la pasta sopra il ripieno da un lato lungo con le mani ben infarinate, quindi sovrapporgli l'altro lato, in modo da ottenere una sorta di cilindro ripieno. Sigillare l'ultimo lembo inumidendo l'impasto con qualche goccia dell'acqua di ammollo dei pomodori.
Attorcigliare su se stesso il cilindro, curvandolo nel frattempo in modo da formare un anello con le due estremità a contatto.
Ungere uno stampo a ciambella con lo strutto rimasto, infarinarlo leggerissimamente ma con cura e trasferirvi il casatiello raccogliendolo con mani ed avambracci ("perchè il cibo va abbracciato, come tutte le cose belle"), badando che si inserisca tutto perfettamente ed in modo uniforme, eventualmente livellandolo poi con le mani.
Spennellare la superficie con il tuorlo sbattuto e rimettere a lievitare per un'oretta. Poi accendere il forno a 180° ventilato.
Infornare il casatiello sul piano più basso del forno, cuocendo per circa 5 minuti.
Abbassare la temperatura a 170°, cuocere per 25 minuti quindi con uno stecchino verificare l'umidità dell'impasto, contuinuando poi la cottura di nuovo a 180° per altri 10/15 minuti, fino a che il tutto è ben gonfio, la superficie dorata e l'interno dell'impasto asciutto.
Levare dal forno, lasciare leggermente intiepidire e sformare il casatiello, capovolgendolo prima su un piatto e rovesciandolo poi sul vassoio da portata. Aspettare che sia tutto tiepido o freddo prima di affettare (... anche se resistere è difficile!)
[PS: come si nota, la preparazione non è stata a quattro mani: quelle inquadrate sono solamente le mani di Paola! Solo a lei va dunque tutto il merito della ricetta, dell'effettiva nascita del post e della partecipazione concreta sul filo di lana (pant pant!) alla Festa di Sigrid...]
- rivoli affluenti:
- ovviamente: Sigrid Verbert, Il Libro del Cavolo, Cibele.