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Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

l'ingrediente segreto

Elisa ha una vicina di casa che si chiama quasi come lei: Lisa. Le prime volte che, oltre la sottile parete che divide i due appartamenti, sentiva il marito dell'altra gridare ed insultare la moglie, le sembrava quasi di essere tirata in causa... Poi ha capito di aver frainteso il nome, anche se è certa di aver ben compreso la rabbia e la frustrazione di quella severa voce maschile. I suoi vicini sono una coppia della ex "Italia da bere": ora ultrasettantenni, nei primi anni '90 vivevano in una grande villa in collina con quattro domestici al loro servizio. Lui era consulente amministrativo di famose società a livello nazionale, spesso lontano da casa per lavoro, Lisa invece svolgeva con grande diligenza ed efficienza la professione di "signora della buona società", impegnata a confermare il prestigio del marito attraverso ricevimenti ed eventi tutti all'altezza della situazione. Queste cose le ha raccontate ad Elisa proprio la sua vicina qualche set

viva le tradizioni

Leggere la proposta per l' MTC di ottobre  e cascare come una pera cotta nei ricordi è stato tutt'uno. Non che io abbia mai assaggiato prima d'ora ne' cucinato in vita mia un  pane dolce dello Shabat , la ricetta della tradizione ebraica proposta da Eleonora di   Burro e Miele , ma ai tempi dell'università ho frequentato assiduamente per qualche anno una famiglia "mista": moglie ebrea, marito cattolico, un figlio dichiaratamente ateo ed un altro un po' misto-griglia. Nessuno in realtà praticava rigide ortodossie in alcun campo e l'armonia della famiglia era basata sul rispetto assoluto di ciò che ciascuno dei componenti riteneva importante. Così (molto saggiamente!) si festeggiavano sia le ricorrenze cattoliche che quelle ebraiche che quelle pagane, ognuna ovviamente con i suoi piatti tipici. Per i menù di tutti i giorni molte ricette venivano riadattate secondo i dettami della cucina kosher, dato che ai fornelli ci stava soprattutto la mamma e

imparare dalle castagne

Eccoci qui: una ricetta ottobrina a base di   castagne    legata al progetto itinerante di  Salutiamoci ,  per una cucina più consapevole e salutare. La filosofia alla base dell'iniziativa e le sue semplici (ma impegnative) regole sono tutte spiegate per bene nel blog omonimo, gli ingredienti permessi e vietati sono  questi   e il blog ospitante di questo mese è il vegano  Kitchen bloody kitchen   di Alice. Adoro cucinare con ingredienti di stagione ed è il motivo principale per cui all'inizio ho aderito all'invito delle fondatrici del progetto. Forse può sembrare una contraddizione per chi vede questo blog come luogo di sperimentazioni etniche, in realtà però la mia curiosità nei riguardi della cucina ha sì una componente geografica ma anche una forte connotazione storica. Ed entrambi gli aspetti si fondono nell'attenzione verso la cucina locale, che è solitamente legata molto strettamente alle risorse stagionali che può offrire ogni territorio ed al modo in cui nel

la storia del sedano cascato

Damiano ha una vera e propria passione per il sedano. Fin dal banco verdure del supermercato vedere una massa di verde rigogliosa e croccante gli mette allegria. Così non manca mai di metterne ogni volta un bel cespo nel carrello e quando arriva a casa, prima di sistemare il resto della spesa, a volte anche prima di levarsi la giacca, se ne divora con golosità un paio di steli, appena lavati sotto l'acqua corrente e conditi con un pizzico di pepe. Poi i giorni passano, il suo amato sedano langue nel frigo insieme al resto degli acquisti, i ritmi del lavoro assorbono qualunque altro tipo di energia e le velleità culinarie del weekend si diluiscono in una settimana di incarichi imprevisti, di orari assurdi, di casa vissuta quasi solo per dormire. Qualche gambo di sedano viene ancora sgranocchiato al rientro, ma con poco gusto: non per il piacere di concedersi uno sfizio ma come reazione alla rabbia di non riuscire mai ad arrivare per bene dove vorrebbe. Il sabato successivo Damia

la prospettiva dell'autunno

Le immagini di sole e caldo di qualche giorno fa sembrano lontanissime. La pioggerella sottile e continua, le foglie rosse degli alberi... e soprattutto il termometro che non supera i 12 gradi neanche a metà giornata suggeriscono anche alla mia mente distratta che oramai siamo in autunno. Continuo ad avere pochissimi ritagli per cucinare negli ultimi tempi ma non voglio privarmi almeno questa domenica di qualcosa che mi faccia sentire profondamente dentro la stagione. E a ottobre sono buonissime le mele, anche se siamo abituati ad averle a disposizione tutto l'anno. La prospettiva è quella di rientrare a casa dopo un sabato di corse e fatiche, chiudersi la porta alle spalle, dimenticare il resto del mondo, profumarsi di farina ed accendere il forno, per cominciare. La prospettiva, più tardi, è di avvolgersi attorno ad una tazza di zuppa fumante, accoccolati dentro un plaid, ranicchiati nel il cerchio di luce morbida della lampada da lettura, circondati dalle parole anni '

cose inutili e dolci e sorprendenti

Inutile provare a risolvere i  miniminagghi,  gli indovinelli della tradizione orale contadina siciliana. Inutile provare a capire: ti devi solo abbandonare al suono dolce della lingua ed aspettare dal narratore la sorpresa della soluzione. Inutile parlare di quanto puoi vedere in 24 ore di Sicilia e di quante cose inaspettate ti possono accadere. Ogni dettaglio che ti aspetta dietro l'angolo è gustoso e ruvido e profumato e sottile come un indovinello popolare... Cominci con una colazione in terrazza a base di latte di mandorla e marmellata di agrumi locali, pregustando un sole che appare accogliente (specie se sei partita con 11 gradi centigradi) e che poi ti rovescia addosso tuta la potenza di un'estate che non sa di essere fuori calendario. Inforchi allora occhiali da sole più veri e ti inoltri tra i campi e respiri le zolle e gli arbusti di una terra che sembra brulla ma si rivela ricca e dolce nei suoi regali... Decidi di fermarti a pranzare nel me

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!