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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

timballo da viaggio

Ho voglia di partire ma non posso al momento andare tanto lontano quanto vorrei. Mi consolo: parlo poco e viaggio in cucina. Anche se questa volta non ho rispettato a pieno la tradizione... Mi hanno regalato degli anelletti siciliani.  S i tratta di un formato di pasta qui praticamente sconosciuto e per rendermi conto delle sue caratteristiche h o voluto cominciare con il suo utilizzo più classico: il timballo con le melanzane.  Non ho seguito esattamente la ricetta tradizionale siciliana, che, come dicevo, di fatto ho molto semplificato, ne' mi sono inventata grandi cose: più che la fantasia di un piatto stavo sperimentando consistenza, tenuta, resa e "sapore" di una pasta per me insolita. O vviamente mi si sono aperti dei mondi!  Dopo questi anelletti "normali", presentati  in timballo con pomodoro, melanzane, formaggi e poco altro, sarà molto interessante verificare quanto "classica" arriverà l'ispirazione per il prossimo  viaggio in cucin

melanzane e ceci in mood marocchino

Come ho raccontato spesso il mio gusto subisce l'influsso delle stagioni in declinazione etnica. Mentre il mood asiatico è costante, in genere in base al mutamento del clima vengo assalita da filoni differenti: in inverno prevale la golosità per piatti nordici, statunitensi, est-europei e persiani, in estate dominano sentimenti mediterranei   in senso esteso, compresi quelli mediorientali. Ora che finalmente le temperature sembrano estive mi è scoppiata l'ispirazione marocchina, già espressa nella   tajine alle zucchine   di qualche giorno fa; l'invito ad un a cena vegetariana attorno al couscous l'altra sera è stata un'altra occasione perfetta per sfogare di nuovo l'istinto maghrebino del momento! Un piatto di verdure da affiancare al couscous della padrona di casa mi ha anche dato anche l'opportunità di mettere di nuovo in pratica tutti gli insegnamenti di  Salutiamoci , l'iniziativa ch e per due anni ha raccolto ogni mese ricette gustose e salutari

tajine alle zucchine, pane marocchino, gusto della rete

Con l'uscita del libro Insalata da Tiffany  si torna a parlare su questo blog dell'MTC nonostante a luglio ed agosto ci sia il fermo stagionale. Ma nulla succede per caso, visto che anche così mi rendo conto di quanto a volte mi sembri strano pensare in rete senza il fenomeno MTC.  E se in questo periodo potrebbe essere l'appuntamento di settembre a stregarmi, visto che  si  riprenderà  con una ricetta che devo proporre io (!), in generale l'incontro mensile con questo gruppo sconclusionato ed efficacissimo di persone che il "challenge" ha raccolto e fuso si è gradualmente rivelato una sorta di nicchia felice che a volte rasserena anche le giornate buie.  La cosa è nata in sordina ma è praticamente un appuntamento fisso da quattro anni: dal luglio 2010 infatti l'unico MTC mensile a cui non ho partecipato è quello di gennaio di quest'anno sullo spezzatino di carne . Per la verità ho saltato anche la prima sfida in assoluto, quella sulla tortilla  

INSALATA DA TIFFANY: perché questo è più bello!

Esce oggi nelle librerie  Insalata da Tiffany , il secondo libro della specialissima collana di MTChallenge: le insalate come non le avete mai viste. E, incredibile ma vero, #questoepiubello : insomma... questo secondo libro è ancora più bello del primo! In Italia spesso si relega l'insalata al ruolo di contorno, oppure è servita come "piatto unico" per un pasto veloce, arricchita da tonno, uova o qualche altra semplice variante sul tema. In altre parti del mondo, invece, l'insalata è presentata all'inizio, come un antipasto, curata e pensata esattamente come ogni altra golosità degna di aprire come si deve un bel pranzo. Insalata da Tiffany  propone idee per realizzare a puntino una buona insalata indipendentemente dal ruolo che le si attribuisce. Presenta infatti una quarantina di ricette per insalate adatte ad essere protagoniste, elegantemente ambientate con cristalli ed argenti un po' Belle Epoque per citare le atmosfere raffinate dei grandi hot

mele fuori stagione e torta al Calvados

Incredibile ma vero, sul blog due dolci (anzi: due torte!) di seguito... e preparate davvero in tempo reale, non ripescate da archivi passati! Questa volta, oltre al clima dalle temperature autunnali, ci se è messa una sporta di mele che oramai chiedeva vendetta. Luglio dovrebbe essere mese da susine, angurie e pesche, queste mele un  si sentivano a disagio, stavano diventando  tristi e rassegnate ... Così le ho lasciate esprimersi in un ultimo sussulto di orgoglio, per poi ripresentarsi belle succose e croccanti per farla da padrone ad ottobre. E si sono assolutamente sentite a loro agio in una interessante torta di mele, ricetta che ho trascritto anni fa sul mio taccuino di cucina, non ricordo più se copiandola da una rivista o sotto dettatura di mia  cognata, che di torte ha sempre capito molto più di me.  Nel tempo la ricetta si è perfezionata (per quanto possibile nelle mani di una negata per i dolci) e questa è la versione "definitiva" che oramai utilizzo sempre:

a luglio torta all'ananas novembrina

Dopo una serie per me insolita di post tutti a base di carne ci voleva uno stacco netto. Cosa meglio di una torta dall'involucro sabbioso e dal ripieno fruttato, denso ed insolito? Mi ispiro ai feng li su , i dolcetti all'ananas che si consumano a Taiwan per il Capodanno Cinese, visto che ho in casa un bell'ananas succoso ed con questo tempo uggioso il tepore del forno acceso è quasi consolante. Diciamo che ananas e forno sarebbero entrambe gioie novembrine, ma quest'anno luglio è sufficientemente capriccioso per concedermi voluttuosamente questo sfizio... La forma è molto differente dai tortini originali, la sostanza meno: l'involucro assomiglia abbastanza ad un nostro sablé, n el ripieno tradizionale dei tortini taiwanesi invece ci vorrebbe lo sciroppo di malto, che ha una sua dolcezza specifica, grandiosa in abbinamento con l'ananas.  Potrei avvicinarmici con un po' di miele... ma poi decido di virare completamente, sostituendo anche l'ar

riflessioni esistenziali sopra spiedini alla birra

Sono passata accanto ad un negozio che propone tatuaggi, nail art, pedicure, piercing, trucco permanente e non so cos'altro. Mi sono resa conto che nella mia vita non ho mai avuto motivo per entrarci: è dedicato a clienti diversi da me, persone che intendono il corpo come strumento di comunicazione. Personalmente ho sempre comunicato a parole, gesti, sguardi e silenzi, pensavo di non utilizzare altro. Ma se ci rifletto non è poi così vero: a livello visivo ho anche un mio personale stile di abbigliamento, ad esempio. Ed ho poi uno stile di scrittura, pure. E certamente di cucina. E così via. Oggi il tema richiesto dalla cena con amici che mi conoscono abbastanza bene era "spiedini non troppo strani". Ho cominciato con ingredienti tradizionali ma non ce l'ho fatta a rimanere completamente nella norma. E mentre li sfumavo con la birra pensavo che il livello di conoscenza che hanno queste persone di me sta proprio in quella raccomandazione. Le relazioni con gli alt

abon abon: la carne spettinata

Spunta e rispunta prepotente la mia passione per la cucina orientale quando meno me lo aspetto. In genere quando nel quotidiano preparo molti pasti di seguito senza un progetto, semplicemente per sfamarci, presa dalle corse e dai pensieri che mi obbligano fuori dalla dimensione domestica.  Ad esempio qualche giorno fa per un brodo ho lessato  un pezzo di biancostato (con carota, cipolla, aglio, zenzero, alloro, chiodi di garofano e gambi di prezzemolo , per la cronaca) ed il suo destino più ovvio avrebbe potuto essere una tranquilla insalata di carne. Invece mi è partito il gene asiatico e, complici anche le temperature decisamente non estive, il lesso si è trasformato in un perfetto riciclo in stile orientale: un bel batuffolone di carne spettinata, l' abon abon ...  Si tratta di una preparazione indonesiana conosciuta anche come meat wool o meat floss , letteralmente "lana di carne":  carne lessata, sminuzzata e poi tostata in padella con aromi fino a diventare

polpette al latte e vecchiaia

Visto che il clima è ancora freschino e so di non avere tanto tempo per cucinare oggi prendo della carne di manzo un po' mista, la macino e ne faccio delle polpette. Miscelo ingredienti così come li vedo in frigo, le cuocio nel latte e  alla fine  mi viene da sistemarle come  fingerfood  in una verrine, con uno stecchino per gustarsele  ed un paio di stick di pane croccante per pescare la salsina rimasta sul fondo. Mentre dispongo tutto per la foto ho una sorta di flashback... e grazie all'archivio del blog comprendo perché questa sensazione di déjà vu: m i tornano i mprovvisamente in mente dopo anni del le  polpette di salmone norvegesi  che ci somigliano un bel po'.  Ispirazioni sedimentate riemergono dopo anni, insomma. La chiamiamo esperienza o semplicemente vecchiaia?  Propendo per la seconda ipotesi, dato che nel frattempo dimentico in un angolo i crostini e me ne rendo conto solo quando poi scrivo il post, ore dopo che sia polpette che stick di pane sono stati to

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!