Ma di cibo per oggi non parlo più, quindi i golosi sappiano che da qui in poi si resta a bocca asciutta: per tornare a gozzovigliare con me conviene aspettare il prossimo, succulento post.

Per quelli che invece si fossero chiesti i motivi di un mio mese praticamente intero di silenzio sul blog e di assenza quasi totale dal mondo virtuale, la ragione è semplice e complessa allo stesso tempo: un altro cambiamento di vita.
Negli ultimi anni, come traspariva un po' dal blog per chi lo ha letto con costanza, sono passata da alcune certezze professionali, di relazione, abitative e di vita ben consolidate al marasma più completo. Le novità per un periodo si sono susseguite a ritmo davvero incalzante ed erano tutte quasi sempre negative. Nemmeno cambiare città aveva contribuito a migliorare la situazione, ne' il mio buttarmi nel campo food, prima semplicemente come hobby, poi come necessario diversivo, poi addirittura come possibile strada professionale, sembrava dare le soddisfazioni che avrebbe potuto.
Forse era destino, forse semplicemente il fatto che non sono abbastanza brava nel parlare e praticare di cucina per riuscire a camparne dignitosamente, oppure che chi sa davvero apprezzarmi non ha un potere d'investimento sufficiente a garantirmi la pagnotta.
Al di là delle ragioni, ultimamente ho capito che mi conveniva ricominciare a battere (metaforicamente!) strade diverse, magari anche riprendendo parzialmente in mano quel passato lavorativo in cui, senza falsa modestia, ero brava e che mi ero lasciata alle spalle più per disgusto nei confronti di alcuni operatori e vicende che per reale disinnamoramento dell'ambiente o della professione.
Ora ci ho rimesso un pochino il piede. Di sguincio, in modo precario, con bassa soddisfazione economica, orari che incasinano qualsiasi altro tentativo di attività ed in un settore un po' diverso. Ma è tutto molto affine al lavoro che mi faceva stare bene ed in cui ero sicura di dare sempre il meglio. E' un lavoro che mi piace, la cui materia mi rapisce. Posso usare strumenti che conosco, sfruttare le mie conoscenze in ambiti paralleli ed imparare facilmente, per esperienze con forti analogie, ciò che non conosco. L'unico limite e che c'entra poco (ma non ho detto "nulla", per fortuna!) con tavola e cucina.
Il resto della vita rimane incasinato, ma questo è un piccolo grande passo in una direzione piacevole, finalmente. E se per il lungo periodo vissuto fino a qui posso solo dire grazie a chi mi è stato vicino davvero e giorno dopo giorno mi ha sostenuto e mi ha spronato a non scoraggiarmi, questo mese di luglio non ho pensato a nessuno: è stato vuoto di web e cucina, invaso da questa debordante novità, e totalmente silenzioso al mondo, come se mi fossi tuffata in una realtà parallela per misurarmi con me stessa senza interferenze ne' aiuti.
Un mese tutto mio è servito. Non solo a testarmi sul lavoro e a riorganizzarmi mentalmente in una vita fatta di corse, orari, iniziative e scelte, è servito a ridarmi un obiettivo certo. E da ora in poi posso tornare a pensare che la vita si costruisce insieme, con il contributo di tutti, che anche io posso agire per la mia parte, e che quello che so dire e fare ha un valore riconoscibile.
Come insegnano in Oriente: a ogni fine segue un nuovo inizio.
- rivoli affluenti:
- l'immagine della cucina medievale è dipinta nel ristorante Chichibio (appunto!) di Jesi.