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Visualizzazione dei post da gennaio, 2015

zuppa di cipolle con farro e interferenze virtuose

Voglia pazza di una bella zuppa di cipolle a scaldarmi l'anima, in questi giorni in cui cerco un po' rifugio dal mondo esterno. Il ricordo va immediatamente a  questa , la zuppa di cipolle della mia infanzia, quella che da anni in famiglia, chissà come mai, ci gustiamo ad ogni vigilia di Natale. E non solo. Adoro il burro in tutte le sue declinazioni e ho sempre ignorato qualsiasi ulteriore considerazione in merito: fino a qualche tempo fa, ad esempio, una zuppa di cipolle senza burro sarebbe stata per me praticamente inconcepibile, a prescindere. Per fortuna, poi, ho conosciuto Salutiamoci , raccolta mensile di ricette legate dal filone della salubrità degli alimenti, che mi ha fatto comprendere quanto scelte drastiche in campo nutrizionale non debbano essere per forza anche dolorose. Anche se mi concederò qualche trasgressione qua e là, per il momento ho deciso di tornare a quell'atteggiamento virtuoso e soddisfatto. O almeno provarci... Mi spiace molto che l'in

happy birthday Ale...

Tra le novità di questo anno appena cominciato mi tocca pure mettermi a dieta...Uffa! E ora come faccio?! E' pure il compleanno di un' amica speciale , oggi, che sta al momento dall'altra parte del mondo e in onore della quale si è deciso di cucinare una ricetta di cui è autrice. Ed io ne avrei scelta una un po' fuori rotta rispetto al nuovo regime alimentare, anche se in fondo... Una tra le sue tante ricette sfiziose che lumavo da tempo (si può dire "lumavo" o fa troppo Linus anni '80?) potrebbe in fondo fare al caso mio. Anche se so benissimo di barare, devo fingermi a tutti i costi virtuosa almeno con me stessa, quindi riprendere questo piatto diciamo che potrebbe simulare un'interesse dietetico: è infatti un pollo fritto che però viene cotto nel forno. Mi ripromettevo di replicare questo pollo finto-light da anni ma poi cedevo sempre spudoratamente al pollo fritto vero, quello che va tuffato seriamente nell'olio, che testavo in tutte l

pollo e patate a caso

Giornata pigra. Io che, naturalmente, appena ho tempo libero armeggio in cucina. Dall'altra stanza note di musica classica ed i sommessi grugniti di chi ha più buona volontà di me e nel weekend fa davvero ginnastica un'oretta al giorno. Mentre scaldo il forno per tutt'altra ricetta, in casa si cominciano a sentire frasi tipo: "Ho un certo languorino... per che ora pranziamo?"  Mi capitano sotto gli occhi due cosce di pollo.  Pronti via: pollo e patate random, con quel che ho trovato al volo in casa, senza starci nemmeno a pensare. Tutto dosato a occhio. Un po' come sembra in certi video di Jamie Oliver. Solo che lui coglie le idee direttamente nell'orto... A metà cottura ho inserito sull'altra griglia del forno il piatto che volevo davvero preparare, che ho avuto modo di completare con calma una volta infornata la teglia improvvisata. Ma quella è un'altra storia. Oggi si mangia un semplicissimo pollo cotto a caso. Niente di che. Polle e

canederli di pane di noci: "mangiare" elegante o popolare?

Credo sia il primo post di quest'anno che scrivo senza rivendicare nulla. Sarà che per  MTC di gennaio  si deve ripensare in modo personale ad un tema superstimolante, la ricetta dei  canederli all'ampezzana  proposta da Monica di  One in a Million , ma la testa mi è partita in voli pindarici e mi sono saggiamente scordata di tutto il resto. Ho subito interpretato il piatto in senso globale: canederli, brodo di cottura e accompagnamento per servire mi sono apparsi apparentati, con legami tanto stretti da diventare "oggetti" meno interessanti se presentati non insieme... Parto intanto utilizzando del  pane secco che ho già in casa. Guarda un po', c'è anche del pane alle noci, quasi il caso mi invitasse a riflettere  sul mito ora tanto in voga della cucina povera. Secondo il detto " pan e nus mangià da spus " (pane e noci cibo da sposalizio), un tempo pane e noci erano un pasto poco costoso, di semplice reperibilità e di sufficiente sostanza (*).

tajine leggera di manzo e verdure invernali

E a mantenere i miei cattivi  buoni propositi   di inizio anno arriva anche una ricetta  super sana,  leggerissima sia per  per la linea  che le tasche. Per  niente punitiva, grazie a  taglio di carne povero e verdure di stagione ed ai loro ottimi sapori: a godersi le feste, quando si può, non trovo si faccia peccato ed è quindi sacrosanto cercare un rimedio piacevole per recuperare la piacevole trasgressione. In Italia lo chiameremmo stufato o spezzatino di manzo ma, cuocendolo nel tipico tegame di coccio e soprattutto non rosolando la carne prima di unire il liquido, proprio come si fa a Fez, in Marocco, il nostro manzo diventa praticamente una tajine .  E' uno di quei casi dove il piatto prende il nome dallo strumento di cottura, come la paella spagnola o il tandoori indiano; in questo caso si parla di un piatto di terracotta dai bordi rialzati chiuso da un coperchio a cono, che funziona creando una campana di vapore e aiuta a cuocere il cibo anche a fuoco debole e con po

lenticchie, zola, il caso ed il senno del poi

Va bene, dai: sforno anche un piccolo post sui ricicli delle feste. Ovviamente, visto il mio inizio  2015  nel blog, scrivo sempre un po' contro le regole del buon senso, quindi dispettosamente fuori tempo utile per impiegare davvero gli avanzi di zampone e lenticchie di questo Capodanno.  Così si possono cucinare di nuovo queste due squisitezze apposta per creare degli shot (e da parte mia ne sono talmente golosa che non si tratta affatto di una proposta indecente), oppure si attendono pazientemente per un anno gli avanzi vari del prossimo veglione. A cui non devono mancare formaggi e radicchio saltato, però, altrimenti si ricomincia da capo... Non racconto il menù della mia cena di Capodanno ma un piccolo enorme dettaglio di quella sera, che mi piacerebbe tanto potesse ripetersi: caso ha voluto che durante la serata il televisore fosse acceso, usato come sottofondo musicale (non so se sintonizzato su qualche radio straniera o a riprodurre delle registrazioni dei padroni di ca

mac&cheese Italian way per spezzare le regole

Un blog di cucina che si rispetti  di solito  comincia l'anno con ricette di riciclo oppure con qualche piatto leggero e depurante. Avrei pronte idee di entrambi i tipi, volendo, ma questo, chissà come, non è un anno in cui mi vada tanto di seguire le regole... All'inizio dell'anno passato gli auguri erano che fosse migliore di quello precedente. Nel mio caso il 2014 non è andato esattamente così nonostante io sia stata ubbidiente, non abbia rubato la marmellata, non abbia tirato i capelli alla compagna di banco e sia arrivata perfino a fare qualche piccolo fioretto la domenica. Che ad essere buoni non si ricevano premi perché si tratta solo del nostro dovere di bravi bambini ci sto, ma che arrivino pure castighi e sgarberie immotivate, per di più da chi non ne avrebbe neppure titolo... sinceramente, sotto sotto, in fondo ma proprio molto in fondo, mi fa un po' anche incavolare. Quindi  adesso  comincio a trasgredire un po' di regole.  Parto da quelle che sono

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!