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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

daikon brasato agodolce, tra Cina e Giappone

Ho sperimentato una tecnica di cottura cinese per il daikon, un ortaggio che, presente ovviamente anche in quel Paese, io mentalmente associo di più alla cultura gastronomica giapponese, in cui è molto più diffuso e sfruttato. In cinese il suo nome, lobak,  signifca semplicemente "rapanello", mentre il giapponese daikon  vuol dire "grossa radice". La sostanza comunque non cambia: anche se per alcuni è solo una versione orientale delle nostre "povere" rape, dal mio punto di vista il daikon, che sia crudo, appena scottato oppure ben cotto, ha sempre un suo perchè.  Sarà che, cucinato con aromi asiatici, appartiene per il mio palato sempre a quel mondo di equilibri delicati ed esaltazione dei sapori semplici che mi fa adorare le coltissime cucine di quel continente... Questa volta in versione sperimentale, con una base legata con amido, come si fa in Cina per rendere le verdure lucide e glassate, e l'abbinamento di aceto (di riso, molto delicato

suro stufato alla giapponese: piatto invernale o estivo?

Proprio in un confronto tra cucina italiana e cucina giapponese, tema che mi appassiona e compare spesso nei miei discorsi e sulla mia tavola, è emerso quanto la stagionalità del pesce presenti, dai nostri mari a quelli nipponici, alcune digfferenze significative. Già, perchè se in cucina e a tavola siamo oramai abbastanza abituati a considerare la stagionalità di frutta  e verdura, ignoriamo crassamente quella del pesce, che è altrettanto importante non solo per avere nel piattoun ingrediente al meglio della suo gusto e delle sue proprietà nutritive, ma ancor di più per rispettare i cicli naturali delle varie speci ittiche, assicurandonela corretta crescita e ripopolazione.  L'argomento è emerso qualche giorno fa quando ho preparato del suro (o sauro o sugarello), che è ora a basso prezzo sulle bancarelle nostrane inquanto specie tardoinvernale-primaverile-estiva, per un'amica giapponese che se ne è stupita, conoscendolo invece, dalle sue parti, come un pesce prettamente

colpevole di un nuovo libro MTC: Crêpe is the New Black!

Chi è capitato sul mio profilo Facebook ieri mi ha visto immortalata in una foto in stile segnaletico, la prima in assoluto in cui appaio in rete con un'immagine riconoscibile. Be', "riconoscibile" è una parola grossa: diciamo, a pura tutela della mia vanità, che l'aspetto dimesso ed allucinato, del tutto voluto, mirava a rendere l'idea dell'ipotetico arresto. La pubblicazione di un ritratto personale in tutto il mio autentico splendore è riservato ad un futuro moooooolto più che prossimo, e non è neppure quello che appare sul profilo oggi. Pure in quella seconda foto su Facebook appaio infatti ancora in stile carcerata, ma oggi con due dettagli differenti e di non poco conto: un'espressione sempre allucinata ma decisamente più sorridente, come fossi soddisfatta fondamentalmente di "ciò che ho combinato", ed un cartello segnaletico che non riporta più una domanda ma una risposta: "okonomiyaki!"  Chissà chi me l'ha fatto fa

pesto di prezzemolo e limone? Si può fare...

Ero l'altro giorno in visita ad una coppia di amiche. Chiacchierando si è fatta una certa, così ci siamo sparate un piatto di pasta al pesto. Sempre chiacchierando, ovviamente, che lì era importante altro.  Tornata a casa mi è venuta voglia di replicare la bella atmosfera del momento e ho deciso di prepararmi, per conto mio, un'altra versione di pasta al pesto che mi mettesse la stessa allegria sfruttando una tagliatella preparata ieri e non ancora utilizzata, un pochino spessa e profumata di limone. Mi scuseranno i Genovesi per l'utilizzo del nome nonostante la ricetta sia tutta diversa: è anche qui un condimento fresco e vegetale, inoltre funziona tecnicamente davvero un po' come il pesto ligure per logiche di accostamenti e consistenze. Anche se... quasi tutti gli ingredienti sono stati sostituiti ed ho financo utilizzato il frullatore al posto del mortaio! Chiedo perdono per continuare a chiamarlo pesto, ma oggi sono di fretta e non so trovare al volo un no

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!