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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

leprotti, colombi, magie

Non ha tanto senso attendere la fine dell'anno in corso per riassumere la propria vita o l'inizio di un anno nuovo per porsi obiettivi od elencare sogni da avverare. L'ultimo giorno dell'anno, così come il primo, sono dei giorni semplici e normali, come tutti gli altri trecentosessantaerotti. Ed i miracoli possono succedere in ognuno di questi giorni. Alba usciva di casa qualche giorno fa e in piena città le ha attraversato la strada un leprotto. Ha fermato l'auto, ha spento i fari per non abbagliarlo (ricordava da un romanzo di Adams il punto di vista di un coniglio immobilizzato dal terrore davanti alla luce improvvisa di un'auto nella notte...), ha ignorato i clacson  impazienti delle auto in coda dietro di lei fino a che al leprotto è passato lo stupore e si è rifugiato in un giardino lì vicino. Il suo stupore invece le è rimasto dentro intatto per almeno un altro paio di giorni, fino a che durante una nevicata fittissima ha spiccato il volo proprio dava

il profumo dell'attesa

Anche l'anno scorso  aspettavo al varco il 23 dicembre per intonare a pieno gusto una delle canzoni più intense e neglette dedicate al Natale, ma una brutta infreddatura mi impedì al momento giusto di articolare suoni intelleggibili e così fui costretta a dare forfait. Gli acciacchi di quest'anno (e già, perché ad una certa età c'è sempre qualcosa che ti tiene compagnia e ti ricorda che hai anche un fisico a cui badare...) per fortuna non riguardano la gola, così posso finalmente piazzare qui la citazione giusta al momento giusto, guardare il panorama gelato fuori dalla finestra e canticchiare per tutto il giorno: "ci scommetto che nevica, tra due giorni è Natale (...!), ci scommetto dal freddo che fa..." E mentre la mente viaggia tra musica e poesia le mani lavorano ai biscottini per la Colazione della Vigilia, il primo momento in cui la famiglia sparsa, allargata e variegata in cui vivo riesce finalmente a riunirsi. Poi durante il resto della giornata ci si

ruote che portano lontano

L'altra sera ho rivisto per l'ennesima volta Polar Express. So che potrei essere tacciata di eresia, ma mi sembra un film paragonabile a Blade Runner... nel senso che ogni volta ci scopri dei nuovi dettagli che alla visione precedente non avevi notato. Ed ogni volta mi lascio prendere dall'incanto natalizio. Come  mi succede per tutte le favole, quando sono raccontate bene. Questa volta ero in compagnia di un pubblico sceltissimo, per la precisione una signorina di otto anni che non è proprio proprio proprio convintissima di Babbo Natale ma è assolutamente intrisa della magia del Natale. Credo sia una di quelle persone che continuerà a sentire  il suono delle campanelle della slitta volante per tutta la vita. Ciò nonostante ha dato dell'insieme una lettura davvero sorprendente... Mi ha colpito molto, infatti, il personaggio che più le è rimasto impresso di tutto il film. Il vagabondo accampato sul tetto, oltre ad essere ascoltato con attenzione in ogni sua parola, è

imparare e improvvisare

Napoli ha un modo tutto speciale di prendere le cose con filosofia. Mi piace imparare da questa atmosfera di fatalismo e accorata speranza sempre presente nelle sua vene, con sfumature diverse a seconda che sia estate piena o il momento di prepararsi al Natale. Della stagione calda qui non ho ancora parlato, della Napoli invernale invece avevo raccontato l'anno scorso . Ci sono ricapitata di recente, questa volta più consapevole. Ma la città mi ha travolto lo stesso... Sì, c'erano i cumuli di rifiuti nelle strade. Ho visto anche uno spazzino girarci intorno con la scopa, sgombrando accuratamente lo spazio rimasto libero sul marciapiede tra il pattume ed il muro in modo che la gente potesse camminare su un lastricato pulito. Arte dell'improvvisazione sul concetto di qualità. Anche così ho imparato che c'è sempre una sopravvivenza possibile, che per rispetto non ho fotografato. E poi ho pensato di lasciar descrivere anche il resto delle emozioni a chi conosce e cant

vieni a cena stasera?

Sul filo di lana riesco finalmente ad accettare   l'avvincente proposta  di invitare a cena amici celiaci lanciata da Simonetta , alias Glu.fri, per il compleanno del suo blog. Spesso cucino gluten-free senza rendermene nemmeno conto tanto che, vista la mancanza di tempo cronica del periodo, avrei anche potuto frugare nell'archivio del blog e di certo sarei riuscita a comporre un menù adatto all'occasione. Ma lo stimolo andava oltre, si trattava di prestare profonda attenzione ad un altro modo di guardare l'alimentazione. Ho amici celiaci e con intolleranze varie quindi mi sembrava carino, come a volte faccio nella realtà, cercare di pensare a preparazioni che nascessero per conto loro senza sembrare adattamenti di ricette glutinose. Credo sia per questo che non mi è venuto in mente un menù particolarmente elegante, piuttosto una piccola serie di portate rustiche, invernali (scusa Simonetta ma qui siamo quasi sotto zero!), coccolose, informali ed anche molto "c

risposte, compreso il "fascinoso"

Inizialmente non sapevo se ringraziare  Patrizia  o strozzarla... Poi ho preso un bel respiro e ho deciso che sì, posso anche rispondere alle domande della Staffetta dell'Amicizia ...che mi ha garbatamente, simpaticamente, gentilissimamente rifilato da più di un mese! Mi ci è voluto un poì di tempo per abituarmi all'idea. Dicevo giusto qualche giorno fa  di quanto io come persona tenda a restare defilata dal blog, lasciando che ne siano protagonisti le storie e le ricette che vi racconto, anche se è inevitabile ogni tanto si caschi nell'autobiografico. Ma si tratta di notizie generiche o di ricordi d'infanzia più che altro, niente insomma di troppo personale riferito all'attualità. Qui invece la Staffetta mi gira domande specifiche su aspetti della vita e della crescita che non so se avrei mai raccontato spontaneamente qua dentro. Ma va bene così, in fondo il livello di approfondimento resta comunque discrezionale, basta che quel che si dice sia sempre sincero.

due forme di rispetto

Muzio di mestiere fa l'adattatore: traspone i testi dei film stranieri adeguandoli alle logiche, alla cultura, ai suoni, alle velocità ed ai movimenti labiali del parlato italiano. Il suo scopo è facilitare i doppiatori nel ripetere i dialoghi sopra le immagini e regalare agli spettatori un risultato finale che abbia un senso compiuto, coerente con l'originale ed emotivamente intenso, al di là della aderenza letterale della traduzione al testo straniero. Muzio conduce una vita semplice, nonostante per qualcuno non si possa definire "regolare". Abita in un appartamento bruttino e buio in un paesotto di periferia e non ha l'auto, ma lavora prevalentemente da casa e per il resto gli costa poco spostarsi con treni e autobus: gli rimane più tempo per pensare. E nel suo lavoro il pensiero è tutto, diviso tra sapienza ed intuizione. Le pareti domestiche in questo non sono un vero limite, dunque non gli interessa affatto ridipingerle od illuminarle meglio come gli sug

respirare

Non so se sia il periodo pre-natalizio ad indurre contest e raccolte tra i blog amanti del cibo o se semplicemente mi sono accorta io solo ora che la rete pullula di stimoli allo scambio. Ho partecipato rarissimamente finora, sia perché non amo in generale i "concorsi" sia per una pigrizia latente ma radicata nei confronti dell'apparire. Qualcuno recentemente scherzava sul fatto che i miei post hanno titoli che rendono irrintracciabili le mie ricette per qualunque motore di ricerca; qualcun altro si è offeso perché non ho ricambiato l'iscrizione tra i follower, non ho citato i premi ricevuti o ho interrotto le catene dei meme; qualcun altro ancora ironizzava sul fatto che proprio non so farmi pubblicità e che sono in pochi a conoscere il mio blog e che se continuo a non accettare gli inviti degli aggregatori resterò un paria. C'è chi mi ha detto ultimamente che per stare nel mondo dei blog sono "proprio stranina". Tutti con piena ragione, naturalmente.

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!