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Visualizzazione dei post da agosto, 2011

Japan (food) on my mind

Un piccolo intervallo nella sequenza delle "ricette normali" di questa estività un po' pigra, blandamente punteggiata da un paio di apparizioni marcopoliane ma sostanzialmente domestica. Un andamento lento che nemmeno il rientro al ritmo attivo del lavoro riesce ad accelerare. Forse devo cercare delle assonanze differenti che risveglino motivazioni efficaci. Ritrovarmi, meglio. Mi serve il Giappone, ovviamente. Una piccola ma potente scarica, come quelle emozioni che senti dentro quando ritrovi d'improvviso un profumo primordiale, un sapore dell'infanzia, un'atmosfera déjà vu. Chissà come mai questo potere di rassicurazione per me lo hanno le pietanze giapponesi. Razionalmente non me lo spiego, è' come se al mio cuore "sapessero di casa". Una bontà lieve, archetipica, avvolgente, tiepida di coccole. Consolatoria. Una carezza. La ricetta che segue è semplicissima e molto veloce (la fase di pressatura iniziale può essere sostituita da una ene

dessert... o pasta al forno

Nel suo lento ritorno verso Venezia Marco Polo risale la costa occidentale della penisola indiana, facendo oggi tappa nella regione indiana del Gujarat . Il regista del viaggio Enrico questa volta, ignorando tutte le mie belle proposte di cucina vegetariana tipiche del luogo, se ne è uscito con una richiesta specifica, anche se non sapeva il nome del piatto ne' tantomeno descrivermene gli ingredienti oltre al fatto che fosse pasta e contenesse zenzero...  Dopo lunghi consulti abbiamo stabilito che "quella specie di pasta al forno" che lui ricordava di aver assaggiato durante il suo viaggio in quelle lande era dolce e per la precisione si trattava di  semian (o simian o semya , o anche seviyan in Pakistan). In sostanza sono vermicelli indiani di farina di frumento cotti nel latte insieme con zucchero, spezie e farina di mandorle, fino a che il tutto si addensa e si ottiene una sorta di morbido budino. Detto fatto, eccolo quindi accontentato! Piatto semplicissimo e a

pigrizia da zucchine

Mi hanno fatto notare che ultimamente sto pubblicando ricette più "normali" della mia media... Sarà che la mia testa si sente finalmente in vacanza e quindi, per assurdo, tende a viaggiare meno in lungo e in largo del solito? Comunque sia conviene approfittarne, in genere sono periodi brevi quelli miei di cucina non per forza spinta ai confini. Come dicevo qualche giorno fa , mi capita di essere preda dei mood gastronomici più disparati e ultimamente sono leggermente intrisa di suggestioni liguri. A queste però se ne sono aggiunte alcune greche. Che dire: saranno stati i racconti di amici appena rientrati da Rodi, i sogni di altri or ora in partenza per Creta oppure la fugace ma pienissima compagnia di una persona di origini greche che ha condiviso la mia due-giorni genovese dello scorso weekend? Fatto sta che oggi mi trovo alle prese con qualcosa a strati e una besciamella, elementi comuni sia alla tradizione italiana che a quella greca, ma soprattutto con in testa un in

speziale, senza confini

Arrivo finalmente a contribuire anch'io alla Raccolta Speziale  segnalata da Accanto al camino , iniziativa che spero venga accolta da moltissime persone. Trattandosi di una raccolta che nasce per ignorare qualsiasi confine, ho subito pensato a dei sapori universali, da "acquolina in bocca" per gli abitanti di qualsiasi Paese (anche quello dei balocchi!)... Indecisa tra due golosità mitiche, la pizza e le patate fritte, ho deciso di abbattere i confini anche qui e mescolare per bene le due ricette in un gesto di unità di spazio/tempo/azione. E ho dunque nascosto pomodoro mozzarella e origano dentro le patate per offrire con un solo gesto un unico, godurioso, semplice boccone... Crocchette di patate... pizzaiole dentro! ingredienti per circa 15 pezzi: 500 gr. di patate 70 gr. di mozzarella 1 pomodoro maturo (o, fuori stagione, 3 cucchiai di salsa) 1 piccola cipolla 1 spicchio di aglio 2 cucchiai di parmigiano grattugiato 1 uovo 1/2 bicchiere di latte 1 ram

troppo caldo per pensare

Troppo caldo per pensare. Approfitto per starmene distesa, sventolo il ventaglio con una mano e reggo con l'altra un libro. Ne ho sul tavolino una pila accumulatasi nel tempo, approfitto di queste ore immobili e pesanti per tuffarmi nella mia vacanza attuale, fatta di pagine da scorrere e di viaggi della fantasia. Non si tratta semplicemente degli ultimi libri acquistati ma anche di ripescaggi dagli scaffali di titoli che mi sembra dinon avere più in mente. Che offrono strane sorprese, anche se fa tanto caldo che sembra di non poterci pensare. Parecchi anni fa ho ricevuto in regalo un libro che il donatore riteneva un perfetto ritratto del suo vissuto del momento. Raccontava di un ragazzo americano degli anni '50 che ricerca un senso di normalità nella propria vita, condizionata nel suo sviluppo dalle pressioni della cultura ebraica familiare e dall'eccessiva passione per il sesso. Mi hanno regalato più di recente un successivo romanzo dello stesso autore. Un altro do

al mare, in un modo o nell'altro

Avevo pensato di andare in monagna a riposare, invece ho trascorso un paio di giorni improvvisamente in Liguria, in un breve blitz per gustarmi un paio di amiche casualmente disponibili al momento giusto. Una toccata e fuga ricca di attività ed intensa di parole, più che una vacanza di silenzio, libri e panorami. E il mare incontrato solo di passaggio... Ne è valsa assolutamente la pena. Ora ho davvero bisogno però di un altro paio di giorni di riposo totale per riprendermi! Dunque cucino. Non un piatto ligure (che ad ogni modo arriverà a breve, altrimenti la nostalgia cosa l'hanno inventata a fare?!), bensì l'omaggio ad un paesino sardo che proprio oggi accoglie un altro bel paio di persone con cui mi piacerebbe essere. Dicono che dalla vita non si possa avere tutto in contemporanea ma non è così vero: ad esempio io in Liguria ci sono stata fisicamente fino a stamattina, il pomeriggio come per magia mi si riempie di profumi della Sardegna. Bisogna saperla annusare, la f

perché scegliere?!

L'avevo già detto da qualche parte qua dentro che soffro di meteoropatia gastronomica errante?  In me convivono più anime culinarie, tanto che il mio istinto tende d'inverno ad avvicinarmi alla cucina nordica e d'estate a quella mediterranea, anche se non sempre le mie ricette sono poi connotate geograficamente in modo tanto specifico nella descrizione. A volte le mie molteplici personalità gastronomiche emergono evidenti: l'onnipresente Giappone si infiltra spesso in barba alla stagione, ad esempio, come non manca mai qualche fugace contributo random di altri Paesi sparsi a caso per il mondo o le golosità suscitate da una visita in una città o regione diverse dalla mia. Di solito riesco a stabilire ordine e priorità, ma se più anime invece che collaborare si mettono a lottare tra loro... da meteoropatica divento direttamente una dissociata! Ora però, sarà la stanchezza del lavoro protratto fino ad agosto inoltrato, le mie anime sono tutte abbastanza tranquille, pre

la ricchezza del cibo povero

Come saranno state le bancarelle di streetfood a Bombay all'epoca di Marco Polo? Anche ai tempi si usava che gli abitanti passeggiassero lungo la spiaggia al tramonto o nel tempo libero, rilassandosi tra le attrazioni da fiera ed i baracchini di chaat , i golosissimi snack indiani? Probabilmente no, tempo libero e relax essendo concetti alquanto moderni in relazione alla "gente comune". Il nostro Marco non specifica nulla in merito e si concentra molto i più sui commerci e sulle abitudini della gente che popolava ai suoi tempi il porto di Bombay ... La sua vivandiera invece  non riesce a farsi completamente assorbire dai suoi racconti e si perde tra i profumi delle bancarelle sulla spiaggia di Chowpatty, dove si radunano la maggior parte dei venditori di snack e cibo da asporto, e si immagina che i cibi esposti sui loro banchetti non siano poi tanto diversi da quelli attuali... ... a parte il fatto che oggi, a differenza ovviamente dell'offerta presente ai tempi

tra due voli

Dicono che il confronto con il dolore per una perdita passi attraverso cinque gradi: negazione, rabbia, patteggiamento, disperazione ed accettazione. Viviana probabilmente è rimasta alla fase della negazione fino a quel momento e si è forse digerita tutti gli altri in sordina, senza accorgersene. Tazio, ex sole della sua vita, ex marito, al momento solo collega dello stesso studio (così era cominciata, tanti anni fa, in un volo di lavoro) e forse futuro amico, si è appisolato nel sedile accanto al suo in aereo, di ritorno dal loro viaggio a Madrid per conto dello studio. Lo guarda dormire. Conosce tutto di lui. L'ispido della sua barba, le linee spiegazzate del suo viso un po' invecchiato, il suo respiro sommesso, il tremolio delle ciglia chiare nel sonno, il tono di voce che avrebbe avuto al risveglio. Viviana si chiede per quale scherzo del destino non abbia più funzionato tra loro, perché abbiano dovuto rinunciare all'intesa, al calore, alla pienezza di un r

viaggi e cocco

Incredibile quanto riesca sempre ad essere attento e curioso di tutto il nostro Marco Polo!  Eccolo ancora nell' India del Sud , e noi con lui, ad osservare ogni cosa, dalle piante agli animali, dalle opere d'arte agli oggetti di uso comune, dai costumi sociali a quelli religiosi. Mi sono speso chiesta come sarebbe stato affrontare un viaggio come il suo all'epoca e mi è stato facile immaginarne le difficoltà, le scomodità ed i pericoli. Quel che mi sorprende invece ogni volta è lo spirito estremamente moderno con cui Marco Polo, oltre naturalmente a sbrigare i suoi affari, impiegava del tempo ad imparare cose nuove. A differenza di molti suoi contemporanei e pure di molti nostri. Il tema del viaggio è attuale in questo periodo, quando tutti non parlano altro che di vacanze, di partenze, di uscite dal quotidiano. Non sono coinvolta da questo clima di programmazioni e fughe ma la cosa non solo non mi impedisce di sognare e non abbassa neppure l'entusiasmo di seguire

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!