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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

sistemi di relazione, costine alle arachidi, racconti

( avviso: qui inizia un racconto non di cucina. per la ricetta vedere in fondo... ) Manuel  ha una passione: il body building. Lui viene dagli Stati Uniti ed in Italia ha già cambiato tre o quattro destinazioni negli ultimi dieci anni.  Il lavoro lo porta ora a vivere in una nuova città   ed il suo modo naturale di relazionarsi ad un mondo sconosciuto è iscriversi in palestra e passare ore con il proprio corpo. Conoscere gente è ininfluente. Manuel ha anche un hobby: la lingua tedesca. Nella nuova città esistono scuole di lingua, associazioni culturali che organizzano conferenze di storia e di costume, gruppi di appassionati on-line che promuovono incontri di conversazione. Ma no, lui studia per conto suo, su un testo di grammatica reperito in una bancarella sotto casa e su un manuale fotocopiato in biblioteca. Niente investimenti esagerati e ci penserà poi, casomai, a perfezionare la pronuncia. Casomai. Perché in verità studiare tedesco gli serve per occupare il tempo e la tes

tris di roll in mood asiatico per MTC ma senza sushi, anche se sembra!

Per la mia nota predisposizione nipponica immagino tutti si aspettassero da me un  post della serie "In principio fu il maki" nel misurarmi con un tema come i roller , proposti da Giovanna di Gourmandia  per l' MTC n. 66  di questo maggio 2017 (tra parentesi: grande idea... sarà stata la forma dei numeri di questo MTC, il 66°, ad ispirargliela?).  E invece no!  Era chiaro per chi mi conosce che, non essendo io una modaiola incallita nella vita, tanto meno in ambito gastronomico, non ho avuto come prima immagine quella dei buffet degli happy hour metropolitani più trendy o quella dei bocconcini gourmet degli chef specializzati in finger food, come in verità avrebbe più opportunamente richiesto il tema!  Ma non ho cavalcato nemmeno l'onda dei maki, il famoso "sushi arrotolato", ne' di tutta la famiglia di roll, giapponesi e non, da essi discendenti. Forse avrei presentato cose egregie, ma non mi sarei divertita davvero, senza ricerca. Ho preso inv

crema di asparagi al dragoncello: tutto in verde

Dovrei amare sopra a tutto gli asparagi bianchi di Cantello , specialità della mia zona d'origine. Oppure dovrei adorare quelli violetti francesi da cui questi derivano, come me, che ho un nonno francese. O anche dovrei andar pazza per quelli bianchi di Bassano, visto che l'altro mio nonno era veneto quasi di quelle parti...  Ma la mia passione in verità sono gli asparagi verdi, anche quelli sottili e selvatici, che rispetto ai bianchi ed ai violetti risultano decisamente più ferrosi al palato e tanto, tanto più saporiti! Li ho presentati in questo blog in  quasi tutte le salse , anche le più bizzarre, ma non ne ho fatto mai una zuppa... finora. La tentazione, in questa occasione, era quella di esagerare; poi ho deciso di stare sul classico, limitandomi a sottrarre burri e panne che di solito con gli asparagi vanno a meraviglia, ed introducendo un tocco di dragoncello a recuperare l'anima francese della ricetta. Non me ne vogliano nonni e terre natie in genere...

la mia storia con i Würstel svizzeri. In umido...

L'articolo pubblicato oggi sul Calendario del Cibo italiano MTC , che vede nel 7 maggio la   Giornata dei W ü rstel e crauti , appartiene all a rubrica "Le voci degli altri".  E infatti non parlo di insaccati italiani ma vi racconto dei   Würstel svizzeri: un piccolo mondo di sorprese ! Il grosso del senso di questi insaccati tipici lo racconto in quell'articolo, che chiudo con una delle ricette di famiglia che li vedono protagonisti.  Quegli involtini di Würstel sono una delle poche eredità culinarie davvero felici della mia infanzia, ma come contributo al tema di oggi segnalo anche quella dei  Bratwurst in salsa di cipolle ,  pubblicata poco tempo fa, ed infine una ricettina che farà ridere i miei fratelli: quella dei Würstel   in umido della mia mamma! Essendo svizzera di nascita e di mentalità, avendo un lavoro a tempo pieno e gestendo tre figli ed una casa tutto in contemporanea, mia madre non aveva tanto tempo a disposizione per cucinare. A

insalata giapponese di patate miste, questa volta vegetariana

Ci eravamo lasciati, qualche post fa , quando si parlava di arrosticini di pecora, con un interrogativo: "cosa appare a fianco degli spiedini? Lo scopriremo nella prossima puntata!" La puntata è questa, in cui racconto la mia ennesima versione di insalata di patate alla giapponese, che in questo caso, alleggerita nei condimenti vista la presenza del salmoriglio nel piatto finale, risulta più vicina ad un purè che simile ad un'insalata russa, come è di solito, e ben si presta a fungere da insolito contorno freddo per un piatto caldo. Nel blog, lo so bene, ho già proposto tante volte l'insalata di patate giapponese... ma quando un piatto è buono, versatile, preparabile in anticipo e, cosa non secondaria per me, di anima orientale, come si fa a dirgli di no? In questa preparazione tipicamente yoshoku (cioè nata in Giappone relativamente di recente, contaminata da ispirazioni o ingredienti occidentali), i golosi nipponici infilano sempre prosciutto o altri affe

precisazione:

Per carattere tendo a tenermi in disparte e so che un comportamento simile in rete rema contro la normale volontà di visibilità di un blog che si rispetti: ho ricevuto spesso critiche per questo.
Mi hanno anche fatto notare che non sempre racconto le manifestazioni a cui sono invitata da aziende e che non polemizzo con chi ha utilizzato i miei testi o le mie foto senza citare il mio blog.
Ringrazio con passione chi mi rivolge queste critiche per affetto e chi mi sopporta lo stesso, nonostante non segua i loro consigli!